Associazione Teatro Granara e Dionisi Compagnia Teatrale
presentano
Granara
Teatro Festival
sesta
edizione
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e dei suoi autori
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L’intento principale del Festival e’ quello di creare l’occasione di un incontro approfondito tra gruppi di teatro indipendente provenienti da tutta Italia, giovani che si avvicinano al mondo del teatro, e appassionati o curiosi di teatro della Valmozzola, Val di Taro, Val di Ceno, e della città e Provincia di Parma.
Il Festival prevede una serie di workshop residenziali di teatro, spettacoli, studi, e incontri di approfondimento, nel contesto del Villaggio Ecologico di Granara, un’antica frazione del Comune di Valmozzola (PR), abbandonata a causa dell’inurbamento nel corso degli anni ’60 e ’70 e in corso di ristrutturazione ad opera di un folto gruppo di architetti, ingegneri, muratori, artisti, medici, educatori e operatori del sociale, uniti per creare un luogo in cui sperimentare uno stile di vita sostenibile e compatibile con l’equilibrio ambientale.
Giunto quest’anno alla sua sesta edizione, il Granara Teatro Festival ha ospitato negli anni numerose compagnie e singoli artisti provenienti da tutta Italia, tra i quali Ascanio Celestini, Laura Curino, Danio Manfredini, Mario Perrotta e il Teatro dell’Argine (Bologna), A.T.I.R, Dionisi Compagnia Teatrale e Alma Rose’(Milano), Teatro Club Udine, Le Assurd (Napoli), Statale54 (Catania), Teatro dell’Orsa (Reggio Emilia), Europa Teatri, Patrizio Dallargine e Ca’ Luogo D’Arte (Parma), Miloud e i Ragazzi di Bucarest (Romania), e molti altri.
La sesta edizione del festival si terrà dall’1 al 5 di agosto 2007, mantenendo la stessa struttura degli anni precedenti, dove il pubblico è residente e nella settimana può partecipare ai workshop e assistere agli spettacoli delle compagnie ospiti.
Il Festival di Granara ha il sostegno di Provincia di Parma, Comune di Borgo Val di Taro, Comune di Valmozzola, Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno, oltre che di aziende private come La 220energia verde, nuova azienda del mercato dell’energia rinnovabile, Coop Nordest, azienda tradizionalmente attenta allo sviluppo delle attività culturali e Palketto Stage - International Theatre Production, compagnia di produzione internazionale che sostiene il festival attraverso un supporto tecnico e organizzativo.
Inoltre, quest’anno, la fonica e l’illuminazione del palco all’aperto del villaggio funzioneranno grazie al Sun System, alimentato a energia solare.
Sarà presente anche una vera e propria emittente radiofonica che seguirà il festival dal 2 al 5 agosto. Radiocompost, un progetto di Cristian Ceresoli e Walter Leonardi, sarà un contributo intelligente e dal taglio comico che allieterà i pomeriggi del Festival con programmi musicali, interviste e molto altro, coinvolgendo attivamente tutti i partecipanti e gli abitanti del Villaggio Ecologico di Granara.
Un Festival unico in Italia, sia per tipologia organizzativa che per l’ubicazione, realizzato grazie alla fruizione diretta del pubblico. La grande potenzialità del Festival è quella di riuscire ad offrire un alto livello di professionismo, ad un costo modico. Una settimana di permanenza al Festival, che include workshop, vitto, alloggio e spettacoli, costerà solo 300,00 €.
La direzione artistica è di Renata Ciaravino, autrice stabile della Compagnia Teatrale Dionisi che da anni collabora con l’Associazione Teatro Granara.
Il Teatro esce dalla chiesa senza opporsi. (qualunque essa sia), perché se lo buttano fuori sa farsi un giro per le strade. Saluta tutti, sorride e si mette a camminare. Perché il piacere di raccontare quello che si è, si pensa - in proprio, da sé - è più grande della paura di bagnarsi la schiena se fuori piove.
Certe volte inebriante.
Il Festival di Granara è mangiare-dormire-guardare-recitare-parlare-chiedere-praticare per cinque giorni, col pretesto del teatro, con il fine sincero di un rito laico, greco: stringersi intorno a un tema, guardarlo in faccia, possibilmente guardandosi in faccia, e condividere. Come puro gesto culturale.”
Ché se hai poco da perdere, ti vien più facile avere molto da dare.
Programma
I
WORKSHOP
Si
terranno dall’1 al 5 agosto nei diversi spazi all’aperto e al
chiuso del Villaggio Ecologico Granara; i temi e le discipline
trattate toccano i diversi ambiti del Teatro.
Attore
Performativo
Seminario
per attori curato da Nicole Kehrberger e Michele Andrei
Il
laboratorio tenuto da Totales Theater International nelle persone di
Nicole Kehrberger e Michele Andrei, ha come scopo il lavoro sull’
“ATTORE PERFORMATIVO” la sua interpretazione libera ed originale,
unica, irripetibile, lontana dalla parola “già detta”, dal
“primo pensiero”, dalla “maniera”. Attraverso un percorso
fisico intenso volto principalmente, non solo ad accrescere le
possibilità espressive, ma mirato a ricercare la condizione
dell’ attore, il laboratorio si propone di giungere “allo stato
ottimale” per il lavoro sulla scena. Uno stato che permetta al
“corpo attore” di re-inventare la sua realtà e di
trasformarla in oggetto sensibile ed evocativo. Per questo “ANCOR
PRIMA…”, prima della parola, del pensiero, dell’interpretazione.
Con il gioco ci permetteremo di tornare “all’infanzia
dell’attore” , ovvero alla sua età più prolifica.
Nicole
Kehrberger
Nata
nel 1967 a Freiburg (Germania) Ha preso parte a numerosi film e
spettacoli in Inghilterra, Francia, Spagna, Svizzera, Germania, e
Italia. Dal 2002 Nicole collabora con Antonio Latella come attrice,
coreografa, e acrobata (Querelle). Nel 2005 Nicole Kehrberger fonda
la compagnia Totales Theater International. La prima produzione
importante è la trilogia su Medea, con Nicole come Medea, per
la regia di Latella.
Michele
Andrei
Nato
a Firenze nel 1972. Attore dall'età di 19 anni, ha collaborato
con Eugenio Allegri, Paola Gassman, Bruno Stori, Massimo Venturiello,
Massimo Wertmuller, Franco Castellano, Anna Bonaiuto, Patrizia
Zappamulas, Luciano Virgilio, Armanda Sandrelli e Krypton Teatro --
Firenze. Scrive e dirige lavori teatrali. E' Giasone nella Trilogia
su Medea diretta da Antonio Latella.
Laboratorio
di recitazione per attori
A
cura di Cristina Pezzoli e Letizia Russo
P.P.P.
ovvero
Porno
Paura Potere
Pagliacciate
Porci Purulenza
Progresso
Progresso Progresso
provvisorio)
Il
laboratorio ha uno scopo: gettare un seme, in pochi giorni, per una
azione futura di recupero dei principi fondamentali del
teatro: l'onestà di guardarci in faccia come nazione,
nell'adesso e l'ora, per vederci riflessi in un infinito gioco di
specchi che ci riporti alle origini del nostro carattere, ai granelli
di errori storici e sociali che ci stanno conducendo verso uno stato
di cose che preannuncia una montagna di catastrofi.
La
corruzione, nei suoi molteplici significati, espressioni, cause e
conseguenze, sarà la regina del laboratorio, e anche
dell'azione che ne deriverà. La corruzione come sistema
politico, come morbo delle relazioni, come veleno dell'arte e della
capacità di uno sguardo impietoso, ma sincero, sulla nostra
storia, e sulla storia che stiamo costruendo.
Mentre
la corruzione sarà la regina del laboratorio, l'urgenza sarà
la condizione imprescindibile per chi voglia partecipare: urgenza di
provare a condividere un disegno artistico al di fuori delle logiche
di produzione e di successo, urgenza di condividere un progetto che
riunisca personalità artistiche invece di dividerle, urgenza
di mettere a nudo, come direbbe P.P.Pasolini, “cose, non parole”
che, corrotte e senza nome, rischiano sempre di più di ridurci
a esecutori materiali e inconsapevoli di dinamiche che ci
trascendono, ci ignorano, ci usano, ci gettano.
Pezzoli LetiziaRusso
Cristina Pezzoli
Dalla fine degli anni '80 si dedica alla regia dopo aver seguito le lezioni di Dario Fo. Si diploma alla Scuola d'Arte Drammatica "Paolo Grassi" di Milano nel 1986 con Tadeusz Kantor e ha collaborato come assistente con Nanni Garella e con Massimo Castri dal 1986 al 1992.Ha curato la regia di numerosi spettacoli per: l'Atelier della Costa Ovest, lo Stabile di Parma, 'La Contemporanea '83' (di cui è stata co-direttrice con Sergio Fantoni), lo Stabile di Torino, la Compagnia "Gli Ipocriti", la Compagnia "QP" Teatro Filodrammatici, la Compagnia "Agidi", Neraonda srl, l'Associazione Teatrale Pistoiese. E' stata direttrice artistica dell'ATP dal 2002 al 2005. Ha inoltre lavorato per la TV e ha insegnato recitazione presso varie scuole di teatro
Letizia Russo
Drammaturga. Debutta ventenne con “Niente e nessuno (una cosa finita)” (2000). Scrive successivamente “Tomba di cani” (2001), testo per il quale riceve il Premio Tondelli e successivamente il Premio Ubu per la migliore novità drammaturgica. Partecipa al Teatrogiornale di Radio3 ideato da Roberto Cavosi ed alla Summer Residency for Playwrights and Directors del Royal Court Theatre di Londra. Nel 2002 il Premio Candoni Arta Terme le commissiona un nuovo testo, “Asfissia”. Per il National Theatre scrive il testo “Binario morto” (2003), già rappresentato e tradotto in Inghilterra e Portogallo, presentato in Italia alla Biennale di Venezia nel settembre 2004, con la regia di Barbara Nativi. Per il Progetto Petrolio diretto da Mario Martone scrive “Babele” (2003), prefazione a una trilogia, Nel 2004 scrive “Edeyen”, presentato in prima assoluta al Siracusa Ortigia Festival a luglio 2005, con l’allestimento di Fausto Russo Alesi. “Primo Amore” (2005) debutta a giugno 2005 nella rassegna “Garofano Verde – scenari di teatro omosessuale” al Teatro Belli di Roma. Da maggio 2004 è autrice in residenza nella compagnia Artistas Unidos di Lisbona. Ha frequentato nel 2002 la Royal Court International Residency a Londra. Inoltre ha scritto per la radio ed è traduttrice di testi dall’inglese e portoghese.
Da
dove arrivano i clowns?
per attori curato da Rosa Masciopinto
“Da
dove arrivano i clowns ? Non si sa. Forse dal cielo.
Arrivano,
sono insieme e salvano lo spettacolo.”
(
Philippe Gaulier )
Il
clown è un attore, ma il modo in cui gioca è molto
particolare.
Oltre
al normale virtuosismo usa la complicità di un indispensabile
compagno, il fallimento lasciandosi andare alla fragilità del
suo essere umano, alla sua vulnerabilità. Il clown ascolta: il
proprio stato d’animo, i sentimenti del mondo che lo circonda e
reagisce nel presente assoluto dell’azione scenica per il pubblico
senza il quale non esisterebbe, scoprendo il grande piacere di fare
teatro.
Non
se ne compiace, non lo pretende, semplicemente ogni volta rinnova
quel piacere perché ogni volta ne è sorpreso: non
importa cosa fa, è straordinario come lo fa.
Se
il piacere di restare è grande, il clown è perdonato.
Se
il piacere non è grande, non sarà amato.
Rosa
Masciopinto
Come
lei stessa afferma ha gia’ festeggiato le sue nozze d’argento con
il teatro.
Debutta
come clown, impara a fare l’attrice, ritorna a fare il clown, crea
spettacoli, anche grazie alla sua compagnia Opera Comique. Ama il
cinema, ne fa poco, ma di qualita’. Anche la radio le piace molto,
la fa sempre volentieri. Ma soprattutto adora gli attori: li allena,
li prepara, attualmente all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
Silvio D’Amico di Roma, ma anche in altre situazioni.
Cercando
sempre di non dimenticare mai cosa si prova andando in scena, infatti
questa estate debutta il suo nuovo spettacolo “Io dea”.
Ecce
Voce
Laboratorio
sull’uso creativo della voce condotto da Lello Cassinotti (delle Ali Teatro)
“Music
is language, language is language, language is music”
(Cecil
Taylor)
Nel
laboratorio si cercherà la stretta relazione che intercorre
tra voce e corpo performativo.
Con
particolare attenzione al fare poetico si cercherà di dare il
giusto peso agli impulsi emotivi e all’immaginario personale
È
affascinante scandagliare le possibilità dello strumento voce
nelle sue possibili divagazioni timbriche a creare un linguaggio dove
è il corpo dentro che suona e danza. Ripropongo il canto
armonico, il Kargiraa, il xoomij, i sovracuti e altri timbri e
tecniche come veicoli possibili per liberare la voce dalle
convenzioni in cui siamo abituati e il linguaggio da regole
compositive lessicali e metriche. Attraverso esercizi collettivi e
individuali, di concentrazione, riscaldamento, ascolto e imitazione,
si cercherà di investigare il proprio strumento corpo/voce
alla ricerca di varianti timbriche, melodiche e ritmiche a creare un
linguaggio/suono che permetta una comunicazione trasversale più
diretta al sensibile umano.
Grande
importanza verrà data all’ascolto, non solo a quello
relativo all’udito, ma, in senso esteso l’ascolto a tutto se
stessi, laddove è il corpo che si fa sensibile diventando un
grande orecchio teso alle parti più nascoste di noi alla
ricerca delle nostre profondità più sconosciute.
Antonello
Cassinotti (delleAli Teatro)
Antonello
Cassinotti dagli anni ’90 frequenta Scuole di teatro, laboratori e
numerosi seminari, in particolare un gruppo di lavoro continuativo
condotto da Danio Manfredini. E’ attore (teatro, cinema) e
performer.
Insegue con particolare interesse
il mondo dei suoni e nello specifico della voce attraverso il corpo
strumento, realizzando installazioni in cui agisce in prima persona
(Psilocybe, Stonazione, Leggii sensibili, Il califfo dell’Hashish)
e letture di poesia sonora (Sillabe libere in lettura sonora,
VOCIfonie e Voce Ego Sum)
Presta la voce all’ensemble
melgùn di A. Bosetti alla registrazione dei CD: MELGUN; La
macchina che moltiplica la A per tre; Pinocchio. Suoi invece: IL
CALIFFO DELL’HASHISH per voce ed elettronica con Ferruccio Prassi;
L’URLO SILENZIOSO DI ANTONIN ARTAUD e VOCIfonie - per voce sola
Scrittura
e Tecnica Cinematografica
Seminario
a cura di Federico Tinelli
Conflitti,
contrasti, opposizioni, fanno parte della drammaturgia teatrale e
cinematografica.
Il
Villaggio Ecologico di Granara nel periodo estivo è magnifico,
l'utopia ecologica, politica e creativa si manifesta in tutta la sua
potenza.
Il
seminario di cinema si propone di scavare sotto, dare forma al
grottesco che alberga nelle situazioni più serene.
Primo/Secondo
giorno - "Ricognizione antropologica", "lavoro
maieutico", "ispirazione ambientale".
Secondo/terzo
giorno - Casting e riprese.
Terzo/quarto
giorno - Fine delle riprese e montaggio.
Serata
finale - Presentazione al pubblico.
Federico
Tinelli
Federico
Tinelli si diploma presso la Civica Scuola di Cinema di Milano nel
1999 anno dal quale realizza diversi cortometraggi di fiction e
documentari tra i quali ricordiamo Bandaslava (2001), Digital punk
movie (2002), Bandestina (2002/3), premiato come miglior documentario
alla Biennale del Cinema per la Pace di Pisa edizione 2003/2004, e
Polvere (2005). Vincitore nel 2001 del Premio “Claudio Pastori” (
Associazione Fedic – Federazione Italiana Cineforum) come miglior
giovane regista italiano, sotto la presidenza di Massimo Maisetti.
GLI
SPETTACOLI
Gli
spettacoli proposti durante il festival avranno date, orari e
collocazioni che sono ancora in via di definizione.
Mercoledì 1 agosto, Ore 21.30, Borgo Val di Taro (PR)
Pop451°
Dio Mercato
di Walter Leonardi, Paolo Trotti, Flavio Pirini, Cristiano Valli, Matteo Speroni
Con Walter Leonardi
E Alfredo Aliffi al basso, Fabio Mercuri alla chitarra e Alessio Russo alla batteria
Luci di Monica Gorla
Regia di Paolo Trotti
Organizzazione Novunque
Lo spettacolo ha come tema il mercato, unico valore rimasto dopo la morte delle ideologie novecentesche.
“L’ego ha sepolto marxismo e capitalismo ed è diventato prodotto e compratore. Tutto è mercato. Che è un po’ come Dio, tutti lo adorano e nessuno lo vede. La politica, i sentimenti, il sesso, la salute, il pensiero, il biologico, il tossico. Il mercato è la non ideologia che si è fatta ideologia. Una fotografia dell’uomo, ma anche donna, nel quotidiano.. Il desiderio di possedere, il consumo compulsivo , il mercato del danaro, il divertimento obbligatorio, i gruppi d’acquisto solidali l’omologazione… dio mio, che ansia!
Una speranza c’è: la poesia!
Si, ma quanto costa?”
Walter Leonardi, attore milanese che da 15 anni lavora sia in teatro che in televisione. Attore comico ha lavorato con Paolo Rossi, Giorgio Barberio Corsetti, Serena Dandini e altri. Alcuni suoi spettacoli sono: “Milano, 70 all’ora”, “Cinici comici acrobatici”, “Come un frigo, ovvero vuoto”.
Giovedì 2 agosto, ore 19.00 San Martino (Valmozzola)
Dionisi Compagnia Teatrale
Patate, una parola senza denti sulla guerra
di Renata Ciaravino
con Matilde Facheris, Silvia Gallerano, Carmen Pellegrinelli
armonica cromatica Alberto Varaldo
Musiche Donato Biscione
Luci Laura Bresciani
Trucco Cristine Du-puys
regia di Valeria Talenti
La guerra vista dagli occhi di chi ‘allora’ era bambino e ora è anziano.
Forse significa non la guerra raccontata dall’informazione e nemmeno quella rielaborata dagli storici attraverso i documenti.
Forse vuol dire la guerra vista dalla soggettiva del vissuto.
Può ridare un’emozione reale a una parola che si è trasformata a volte in un’etichetta per chi è contro o per chi è a favore.
Per ritornare a capire contro o a favore di cosa, veramente.
Le storie raccontate nella guerra, significheranno alleati e nemici che moltiplicano i loro gesti e forse sorprendono per la crudezza o la pietà, per la malinconia o per la gioia che magari nonostante tutto si è provata negli anni della Guerre Mondiali. Perché quegli anni per alcuni anziani sono stati comunque gli anni della loro vita, e gli anni addirittura della loro infanzia.
Ci sarà stata una quotidianità quindi, a volte violentata a volte resa estremamente intensa, anni di attesa o magari anni in cui comunque c’era il sapore della noia.
Vita vera. A contatto a volte con la morte vera.
Di questo con leggerezza e insieme con forza possiamo provare a parlare.
Valeria Talenti
Sul palco tre donne anziane, molto anziane, raccontano la guerra vista dagli occhi di chi “allora” era bambino, o ragazzo, trasformando quelle piccole storie in storie universali.
Non è la guerra raccontata dall’informazione e nemmeno quella rielaborata dagli storici attraverso i documenti, è la guerra del vissuto, è la storia degli uomini e delle donne che nessuno si ricorderà più: non comandanti, non soldati, “solo” persone.
Venerdì 3 agosto, ore 19.00 Palco all’aperto del Villaggio Ecologico Granara
Babelia &C Progetti Teatrali
A come Srebrenica
di Giovanna Giovannozzi, Roberta Biagiarelli, Simona Gonella
con Roberta Biagiarelli
regia di Simona Gonella
produzione Babelia
“Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo bosniaca attacca la Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L’offensiva si protrae fino all’11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo bosniache entrano in Srebrenica.
Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 9.000 civili di quella metà di luglio è solo l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima, una storia di Assedio. Dicono: chi è sopravvissuto a Srebrenica non può dire di avere sentimenti in corpo, e chi non l’ha conosciuta, non può dire di aver visto la guerra in Bosnia.”
Un’attrice sola sul palco diventa narratrice e protagonista di una storia dove la Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale, hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo “spettacolo” ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: Aggressori e Aggrediti. Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti…
A come Srebrenica ha debuttato al Festival del Teatro e del Sacro di Arezzo nel 1998. Le repliche sono proseguite ininterrottamente fino ad oggi raggiungendo le 400 rappresentazioni. A partire dal 2001 lo spettacolo ha debuttato nella sua versione spagnola al Festival di Madrid Sur, a Leon ed al Festival internazionale di Sitges 2002. Per il settimo anniversario (2002) della strage la narrazione è stata presentata al Festival Bascarsijske Noci di Sarajevo. In occasione del decennale (1995 - 2005) del massacro lo spettacolo è stato rappresentato a Tuzla e a Srebrenica.
Ore 22.00, Circo del Villaggio Ecologico Granara
Compagnia Babygang
Casa di Bernarda
di Carolina Della Calle Casanova
Testo liberamente ispirato all’opera “La Casa di Bernarda Alba” di Federico Garcìa Lorca.
“Casa di Bernarda” tradisce il testo originale ponendosi la stessa domanda del poeta ma non la stessa risposta. E se all’interno di una casa gestita da solo donne arrivasse un uomo e persino la nonna volesse sposarlo? Nella realtà, quale sarebbe la soluzione migliore? L’ipocrisia. Per porre fine ad una tradizione bisogna avere il coraggio non solo di capire e tradirla ma soprattutto di rielaborare una propria realtà. Madre Bernarda, tutta severità e disciplina, avrà un compito ingrato: amare.
La Compagnia milanese BabyGang è una Associazione Culturale auto-prodotta fondata da Federico Bonaconza, Carolina De La Calle Casanova, Valentina Scuderi e Stefano Slocovich, che realizza progetti teatrali e cinematografici dal 2000.
Per il Teatro BabyGang realizza “Dammidanni” di Carolina De La Calle Casanova (2002/03) e “Guardati Dietro” di Carolina De La Calle Casanova (2004/05), spettacoli selezionati per la rassegna di drammaturgia contemporanea “Tramedautore” organizzata dall’Outis (Centro Nazionale di drammaturgia contemporanea di Milano) e selezionato al Festival delle Arti di Bologna edizione 2005.
Il nuovo progetto della compagnia, lo spettacolo “Il Matrimonio di Don Quijote” continua il confronto con i testi classici spagnoli che la Compagnia BabyGang ha iniziato con il dramma andaluso “La Casa di Bernarda Alba” di Federico Garcìa Lorca, affrontando le avventure di Don Quijote de la Mancha di Miguel de Cervantes. Questo percorso è iniziato assieme al Teatro della Contraddizione all’interno della loro rassegna “Transiti”. Attualmente la Compagnia BabyGang partecipa allo spettacolo “I Giocatori” per la regia di Paolo Rossi assieme alla compagnia PupKin Kabarett di Trieste.
Sabato 4 agosto, ore 19.00 Circo del Villaggio Ecologico Granara
Souvenir Srebrenica
un progetto di teatro documentario di Roberta Biagiarelli e Luca Rosini
con
Roberta Biagiarelli
Fotografia Fabrizio La Palombara
Montaggio Giusi Santoro
Edizioni Vanessa Zanini
Musiche originali Giuseppe Lo Bue
Produzione Roberta Biagiarelli
Regia Luca Rosini
con il sostegno di: Regione Marche, Regione Emilia-Romagna, Tracce di Teatro d’Autore, Comune di Polverigi (AN), Inteatro Festival, Babelia&C.
partners: Cineteca di Bologna, Amnesty International - Circoscrizione Marche, Arci – Comitato di Ancona, Tuzlanska Amica (Tuzla), ICS (Sarajevo), ADL - Ambasciata della Democrazia Locale (Zavidovici), UCC - Unità di Cooperazione Creativa.
Volevo in occasione del decennale del Genocidio di Srebrenica (Luglio 1995-2005) riuscire a fare qualcosa di più, perché Srebrenica è qualcosa di particolare.
Volevo far sì che Srebrenica potesse andare oltre la contingenza della commemorazione stessa e avere la possibilità di fare conoscere questo agghiacciante pezzo di storia ad un pubblico più ampio possibile.
Un documentario mi sembrava poter essere il naturale sviluppo della mia testimonianza teatrale che porto in giro in me e con me da oltre otto anni. Mi sono chiesta spesso, io, che sono italiana, come ho fatto ad arrivare ad appendere un pezzo consistente del mio cuore in quel posto della Bosnia. Certamente la causa scatenante è stata un libro, un libro prezioso: La guerra in casa scritto dal giornalista-scrittore Luca Rastello, poi il lavoro sulla drammaturgia teatrale fatto con Simona Gonella (regista e autrice teatrale) e ancor più le svariate repliche, ormai quasi 400, messe in scena nei luoghi più diversi tra loro, principalmente in Italia, ma anche in Spagna e in Bosnia. Srebrenica è entrata nelle mie fibre, è dentro di me come persona e come attrice-autrice, mi spinge ancora oggi ad occuparmi di Bosnia, a cercare di fare qualcosa.
Mi sono messa in gioco concretamente, attivandomi com’è nella mia natura, ho fatto la giornalista, l’archeologa, la segretaria, l’esploratrice, la sociologa, l’antropologa, l’addetta alle pubbliche relazioni, l’agente di viaggi, la sceneggiatrice, la produttrice.
Ebbene io non sono niente di tutto questo. Io sono un’attrice, o meglio, come mi definirono tempo fa, una viaggi-attrice.
In Souvenir Srebrenica ci ho messo dentro quello che credo di saper fare: il teatro e la mia capacità di creare relazioni, di organizzarle nel tempo e nello spazio tra loro.
I miei compagni di viaggio sono stati Luca Rosini, giornalista prestato alla regia, Giusi Santoro, montatrice e nostra salvatrice nella fase di chiusura del documentario, che è riuscita ad interpretare al meglio l’idea che io e Luca Rosini avevamo sviluppato sulla base dei materiali raccolti e girati, poi Vanessa Zanini, che si è presa a cuore questa sfida essendo lei stessa per metà di origini serbe, si è occupata di noi durante le riprese del luglio 2005 a Srebrenica, ha curato le traduzioni e le edizioni. Fabrizio La Palombara, eccellente direttore della fotografia e cameraman, insieme a Luca Rosini ed infine Giuseppe Lo Bue, compositore delle musiche originali e cura della post-produzione audio.
Mi è necessario ricordare tutti gli amici e le amiche visibili e invisibili che ci hanno dato un letto, un piatto, un pezzo di carta dove posare le idee e ci hanno aiutato a portare a termine questo lavoro, un progetto partito nel settembre 2003 durante un viaggio sul Danubio con un battello che navigò da Vienna a Belgrado, organizzato da Osservatoriobalcani di Rovereto, dove conobbi Luca Rosini e Alberto Bougleux.
La produzione del documentario si è fatta operativa dal settembre 2004 grazie alla Regione Marche che per prima ha sostenuto la mia idea, per chiudersi nell’aprile 2006.
Il risultato raggiunto è un ibrido, un assemblaggio di differenti materiali, un affresco di Srebrenica oggi, una sorta di tappeto simile a quello sul quale io recito la testimonianza di A come Srebrenica da 8 anni.
Ci sono io, col mio modo di fare il teatro, ci sono i testimoni, cioè i cittadini di Srebrenica oggi, le immagini d’archivio, il processo in corso al Tribunale penale dell’Aja, le video-lettere dall’assedio e le immagini della sepoltura collettiva dell’11 luglio 2005.
Il film documentario è un intreccio di fili di colori diversi, di trame d’umanità uscite fuori dal telaio della vita e della Storia.
E’ giusto che sia una donna a dirci tutto questo. Solo una donna sa assumersi la fatica della memoria nera.
Roberta Biagiarelli ci guarda dritto negli occhi, ci rammenta che la Bosnia è il monumento alla nostra vergogna di europei.
Mi onora che sia un’italiana a farlo, figlia di un popolo che con la storia fa spesso il furbo, si autossolve e dimentica come pochi.
A Srebrenica sono rimaste le donne.
L’unica speranza sono loro. Vecchie e giovani che provano a ricominciare, come niente fosse. Come se gli assassini dei loro figli non fossero più in circolazione, come se i bambini rimasti non dovessero giocare in scuole sporche di sangue, su erba che puzza di morte. Come se il mondo non le avesse tradite, e l’Europa avesse una dignità.
Roberta ci guarda, in piedi nel mattatoio vuoto, ci dice che non è finito niente.
giornalista-scrittore inviato di La Repubblica
ore 22.00 Circo del Villaggio Ecologico Granara
Compagnia Veronica Cruciani
Il ritorno
di Sergio Pierattini
Progetto e regia di Veronica Cruciani
con Gigio Alberti, Alex Cendron, Veronica Cruciani e Milvia Marigliano.
Scene e costumi di Barbara Bessi
Disegno luci di Gianni Staropoli
Musiche e suoni di Paolo Coletta
Responsabile organizzativo Paolo Gorietti
Organizzazione Rosanna Di Nunno
Assistente alla regia Sara Vilardo e Marta Erica Arosio
Una famiglia segnata da un grave episodio e una figlia che ritorna. L’occasione unica per fare i conti, chiarirsi e capire i motivi che l’hanno condotta a compiere il gesto che ha condizionato non solo la sua vita ma anche quella di coloro che gli sono vicini. Accuse, recriminazioni, rimpianti. Sullo sfondo un contesto sociale particolare ma allo stesso tempo simile a quello di tante realtà del nostro centro nord; operoso e attivo ma anche denso di profonde contraddizioni. Contraddizioni che nei rapporti con gli immigrati diventano talvolta laceranti e distruttive. E’ la storia della protagonista della nostra vicenda, la figlia trentenne di un piccolo imprenditore bergamasco, che dopo aver scontato il suo debito con la giustizia, torna alla sua famiglia d’origine. E’ la storia di un intricato e complesso modo di vivere i rapporti familiari, attraverso un particolare ma anche riconoscibile linguaggio degli affetti al quale i protagonisti si attaccano come naufraghi in cerca di salvezza. La vita e i problemi complessi dell’oggi hanno forse spinto alla deriva questa operosa famiglia. Ognuno dei suoi componenti, come gli sventurati passeggeri di molti degli improvvisati natanti che attraversano i nostri mari in cerca di una vita migliore, affronta con i mezzi che possiede la tempesta che è in corso. Non mancano i rimpianti per qualcosa che si sono lasciati alle spalle per sempre. Una vita fatta di sacrifici e lavoro ma allo stesso tempo più semplice; dove gli ideali se pur ingenui, riuscivano ancora a significare speranza e fede in un futuro migliore. Spero che tanti potranno riconoscersi nei protagonisti di questa storia. Non mi riferisco alla crudezza e l’incapacità che caratterizza il loro modo di rapportarsi tra loro ma a quel sincero e in fondo puro sforzo verso qualcosa di profondamente positivo che alcuni di loro riescono nonostante tutto ad esprimere. Nella quasi totale mancanza di punti di riferimento ideali e politici che caratterizza i nostri tempi, un valore profondo che è tipico della terra dov’è ambientata la vicenda, come il lavoro, può, unito alla solidarietà e al rispetto delle regole essere non solo l’ancora di salvezza per noi, ma anche di tutti quelli che raggiungono il nostro paese in cerca di una vita migliore. Ed è questo, in fondo, il senso della proposta che il fratello, nell’ultima scena, rivolge alla donna. Un progetto onesto e di lavoro. Un riscatto per lei e per noi, che a Bergamo, come in molte altre parti del nostro paese, spero e voglio immaginare sia non solo possibile ma anche già in atto.
Dimostrazione di lavoro dei laboratori della settimana
A chiusura della settimana i partecipanti al Festival propongono una breve dimostrazione del lavoro fatto durante i workshop.
Anche i bambini faranno una dimostrazione dei lavoretti e dei giochi che li hanno intrattenuti per tutta la settimana.
Ore 16.00 Circo del Villaggio Ecologico Granara
La Compagnia del Circo Incantato
Spettacolo per bambini a cura di Salvatore Mereu, acrobata, circense, funambolo e tanto altro…
Ore 22.00 Circo del Villaggio Ecologico Granara
Antidoto Lento - Adrian Bandirali
Il suo spettacolo è un contenitore infinito e sempre aperto di storie che man mano si aggiungono. Pezzi brevi poetici, ironici, a volte duri, che costringono alla risata tentando in ogni caso di elevare i sentimenti. I suoi referenti nel teatro della marionetta sono Obratzov, Javier Villafañe, Laura Romera e Horacio Peralta. Antidoto Lento è una compagnia di Teatro con Burattini, moderna e autenticamente di strada.
Per il Granara Teatro festival aprirà la festa di chiusura della domenica sera.
Adrian Bandirali è un burattinaio nato in Argentina. Tra i suoi maestri troviamo il grande Javier Villafañe.
Adrian inizia la sua attività teatrale nel 1985 a Buenos Aires, dove crea la compagnia “Los tritiriteros” che produce numerosi spettacoli in collaborazione con Laura Romera.
Nel 1987 forma parte della compagnia “Harapos” di Marcelo Peralta.
Dopo tre anni parte per l’Europa dov’è incorporato alla Compagnia Bululù di Horacio Peralta e collabora alla creazione dell’opera “Boris, le magicien” presentata al Festival Mondial di Marionettes Charleville-Mezieres, al Festival Internazionale di Teatro di Figura et Forme Animees di Cannes e al Teatro Masalia di Marsiglia.
Successivamente si dedica per due anni a la attività artistica di strada, facendo base a Monaco di Baviera y girando tutta Europa.
I suoi spettacoli sono visti in Germania, Olanda, Belgio, Irlanda, Spagna, Portogallo, Danimarca, Rep. Ceca, Brasile, Argentina e Cile.
Nel 1991 raggiunge l’Italia dove continua a rappresentare i suoi spettacoli in diverse città, partecipando ai Festival di teatro di strada e alle rassegne di teatro di burattini più importanti.
In televisione collabora con Canale 5 in Germania e con RAI 1 nel programma televisivo “Solletico” per due mesi.
FESTA DI CHIUSURA con SUN SYSTEM e in consolle i DJ del Villaggio.
Per I Più Piccoli
GRANARABAMBINITEATROFESTIVAL
LABORATORIO TEATRALE “UNA STORIA NEL GRANAIO” CON GIORGIA, SIMONA e ROSSELLA
Alla mattina belli freschi dopo la colazione tutti i bambini dai 3 ai 14 anni e oltre… sono invitati a partecipare al laboratorio teatrale durante il quale costruiremo insieme una storia ispirandoci al tema di Granara Teatro Festival 2007 per poi metterla in scena.
Ci aiuteranno la musica, la danza, le parole, il teatro, i colori…
Tutti i bambini potranno contribuire alla costruzione della “storia nel granaio” attraverso i giochi, le improvvisazioni, la scrittura, il movimento del corpo, il canto, senza limitare la fantasia….
Lasciandoci stupire da quello che scopriremo insieme…
I POMERIGGI DELLE STORIE
Nel bosco sotto la grande quercia tutti i bambini ci troveranno per ascoltare un’appassionante storia e fare merenda.
Spettacolo del Gruppo PincoPallo “La figlia del Sole”.
ISCRIZIONI
E COSTI
Residenziale
(numero limitato):
Arrivo: Martedì 31 luglio
pomeriggio.
Partenza:
Domenica 5 agosto sera (o lunedì mattina)
Comprende:
-
colazione, pranzo, cena, campeggio attrezzato di compost-toilets
e docce con pannello solare
- la partecipazione ad uno dei
laboratori (20 ore)
-
ingresso a tutti gli incontri e spettacoli
Costo
Totale: 300 € + tre ore di lavoro
insieme tra la cucina, il retropalco, la cantina, la biglietteria, il
compost o le gradinate da riassettare…
Iscrizioni:
Modulo on-line da compilare.
e-mail
teatro@granara.org
oggetto:
Iscrizione Teatro Festival on
indicazione del laboratorio di preferenza e
un breve racconto della propria esperienza teatrale (alcuni
lab sono pensati per attori e attrici con scuola e/o esperienza alle
spalle)
INFO
E PRENOTAZIONI
info
328 444 99 81
AssociazioneTeatroGranara
Località
Granara
43050
Valmozzola (PR)
UFFICIO STAMPA
Alessandra Maculan
Alessandra@dionisicompagniateatrale.it
02/3083003
347/1077789