Arie di Carta
vincitore premio produzione Festival Fringe di Napoli 2015
da un’idea di Maria Carpaneto
Due curiosi personaggi senza tempo, una sottile vena ironica e un passaggio continuo di stati d’animo. Due creature straordinarie che nascono dalle mura, dai suoni, dai colori, dalle temperature del sottosuolo per fondersi con luoghi intrisi di storie e di gente comune. Un ricordo vivo nel passato e nel presente.
Una relazione che come aria traversa tutte le epoche storiche, tutte le età della vita, tutti i generi e tutte le modalità dell’essere soli (s)eppure insieme.
Queste due creature si accompagnano per farsi coraggio ed esaltarsi a vicenda, si incontrano ora nella giocosa gioia dell’incontro, ora sfinite dalle catene della relazione.
“Arie di carta”, una pièce ancestralmente e archetipicamente attuale e antica, vestita in abiti vintage in un ambientazione retrò.
Uno spettacolo destinato ad essere un solo. Un racconto della vita al contrario, ovvero dalla morte alla nascita, ispirato da immagini e musiche un po’ d’altri tempi, come le arie d’opera… come la carta… Alla vigilia dell’inizio delle prove, una telefonata ha cambiato il destino della creazione di questo mio nuovo lavoro. I temi, la ricerca, le immagini, i suoni, i colori si sono moltiplicati anzi duplicati: il mio lavoro è diventato il ’nostro’, mio e di Ivana.
Ci siamo incontrate, ognuna coi propri vissuti, gusti ed esperienze professionali e ci siamo ‘ascoltate’: il reciproco ascolto ha generato una nuova relazione, un linguaggio per noi nuovo, volti e storie nei quali molti possono rivedersi ed immedesimarsi, due donne/due personaggi venute da chissà dove, un duo vagamente clownesco, tragicomico che si è raccontato la propria vita fondendola in una sola ed UNICA.
Maria Carpaneto
“Arie di carta” è per me un atto di incontro. E’ la danza di un incontro. Parla di un me e di un te, di un io e un tu che poi altro non sono che l’umanità tutta. Racconta il miracolo e il mistero quotidiano di ogni relazione, un’opera che continua a crescere nella vulnerabilità autentica dell’ incontro.
Ivana Petito
Appunti di lavoro
Crediamo profondamente necessario comunicare con il gesto e sempre meno con la parola, in modo da rendere la danza, non solo universale, ma visibile ed interpretabile dal pubblico secondo il proprio vissuto e nel presente.
Con “Arie di carta” la musica è l’elemento drammaturgico che porta le due figure femminili ad esprimersi secondo sfumature, colori ed emozioni, uniche ma al tempo stesso archetipi di altre. Stati emotivi e fisici come un paesaggio sonoro.
Maria Carpaneto e Ivana Petito
SCRIVONO DI NOI
Due vite in una. Due donne, tante storie
‹‹ C'è una poesia che sa d'altri tempi. Una leggerezza che trasporta in un altro mondo. Uno stupore semplice che avvince. E c'è una danza che nasce da corde interiori, e si raccorda con movimenti che da terra s'alzano in piedi a disegnare intrecci e giravolte, vincoli e solitudini, fughe e ritorni, abbracci e mancamenti. Sembrano tenere figure beckettiane quelle cui danno respiro e consistenza Maria Carpaneto e Ivana Petito nel loro prezioso spettacolo “Arie di Carta” (vincitore del premio produzione al Festival Fringe di Napoli 2015), un teatro-danza denso di rimandi per raccontare la relazione tra due singolari creature senza tempo, catapultate sulla scena a vivere l'arco dell'esistenza […]
Una sottile vena ironica scorre nel loro rapporto vulnerabile, continuamente separate e unite anche nello scambio di personalità; una relazione che nasce e si trasfigura al suono di un clavicembalo di Bach, di una canzone francese, o di una musica d'opera, mentre in un angolo del fondo scorrono delle immagini che dall'iniziale viso di un bambino termina con quello di un'anziana, a dirci lo scorrere temporale della vita […] Anime complici, autrici di un sodalizio artistico che ha nell'ascolto e nello scambio reciproco la sua linfa creativa, Maria Carpaneto e Ivana Petito sanno raccontare il prodigio e il mistero quotidiano di ogni rapporto umano. Quello che genera altre relazioni ››.
Giuseppe Distefano, ilSole24Ore.com, 8 febbraio 2016
‹‹In “Arie di carta” Maria Carpaneto e Ivana Petito, interpreti e coreografe, sono due curiosi personaggi senza tempo, nati dalla terra per narrare il luogo in cui si palesano. Anche questo è un sofisticato esperimento di teatro-danza. Figure femminili si accompagnano e sostengono tra nuvole di borotalco al suono di clavicembalo, archi e fisarmonica. Sono cigni agonizzanti dall’incedere parkinsoniano. Si fondono in un abbraccio avvolgente, complice, capace di scongiurare il limite e di sublimare nel lirismo››.
Vincenzo Sardelli, KLP, 4 luglio 2015
‹‹Dal mio punto di vista, la danza inaugura delle relazioni tra ciò che normalmente riteniamo separato e, nello stesso tempo, o proprio grazie a questo gesto, separa ciò che pensiamo debba restare unito. Si potrebbe dire che la danza è l’avvio della relazione impossibile, perché si congeda dalle relazioni stabilite e ritenute ‘possibili’: ad esempio, unisce una parte del corpo ad un’altra perché la separa dall’ordinamento delle parti, la fa fuggire via. E nel vostro spettacolo ciò inevitabilmente accade, ma in certi passaggi è come se voleste danzare la relazione, illustrarla attraverso la danza, piuttosto che inaugurarla danzando. Le fotografie sullo sfondo sembrano voler dire ciò che state facendo, la cosa che state danzando. Dal bambino alle due anziane ridenti è come se ci fosse una didattica a guidare la danza. Questo sfondo, che non a caso dà anche il senso di uno scorrere temporale, sembra voler insegnare che lo scorrere del tempo non è che formazione di relazioni, di cui infine si può insieme ridere, con un riso di saggezza, mi pare››.
Maurizio Zanardi, filosofo e fondatore della Cronopio editore